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Cordone ombelicale: il forziere che conserva le staminali

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Ogni giorno tutti noi facciamo dei gesti per assicurare un futuro migliore alla nostra famiglia. Consciamente o inconsciamente lavoriamo duramente per garantire una vita serena ai nostri figli e prepararli a ciò che il futuro gli riserva. La sfida più dura? Assicurare la salute dei nostri cari.

Forse è uno dei motivi per cui si sente così tanto parlare delle cellule staminali prelevate dal sangue e dal tessuto cordonale. Grazie alla ricerca scientifica si sta ampliando sempre più il campo d’applicazione delle cellule staminali che rappresentano, ormai innegabilmente, una garanzia per la salute di tutta la famiglia.

Ma perché è vantaggioso conservare proprio le cellule staminali del cordone ombelicale?

In primo luogo le cellule staminali estratte dal cordone ombelicale sono cellule con un’elevata capacità di differenziarsi all’interno dell’organismo umano. Hanno cioè la capacità di replicare alcune linee cellulari, in modo da poter rigenerare cellule e tessuti compromessi. In secondo luogo, il prelievo e l’estrazione di tali cellule non comporta rischi ed è relativamente semplice da effettuare.

Ma per rispondere in maniera più approfondita alla domanda iniziale, capiamo prima di tutto che cos’è il cordone ombelicale e perché è il forziere per eccellenza delle cellule staminali.

CORDONE OMBELICALE: CHE COS’È E CHE FUNZIONI HA DURANTE LA GRAVIDANZA

Quando ci addentriamo nella composizione e nella mera funzione del cordone ombelicale, ci rendiamo conto che madre natura non cessa mai di sorprenderci. Il cordone ombelicale può essere considerato un mezzo “monouso” che consente al feto di ricevere tutte le sostanze nutritive al fine di sopravvivere e crescere all’interno del grembo materno.

Questo organo viene generato dalla placenta della madre. Il sangue al suo interno viene definito sangue placentare o cordonale. Possiamo riassumere la composizione del cordone ombelicale come segue:

  • una vena ombelicale che serve per trasportare le sostanze nutritive e l’ossigeno dalla placenta al feto;
  • due vasi sanguigni che servono per espellere gli scarti prodotti dal metabolismo del feto, che in seguito verranno espulsi dalla madre attraverso i polmoni, le feci e le urine;
  • una sostanza che copre il cordone ombelicale, chiamata gelatina di Wharton, che racchiude i vasi sanguigni e le arterie e che a sua volta è coperta da una sostanza amniotica.

Il sangue cordonale non è il sangue della madre come spesso si potrebbe credere. È il sangue del feto, che proprio perché non è ancora un individuo adulto e formato, è fonte di cellule staminali che possono essere impiegate per diversi scopi.

CELLULE STAMINALI DEL TESSUTO E DEL SANGUE CORDONALE

In questo articolo abbiamo dato un primo sguardo alle diverse tipologie di cellule staminali. Abbiamo parlato di come queste si differenzino in base alla loro potenza, ossia in base alla loro capacità di auto-rigenerare un determinato tipo di cellule.

Le cellule staminali più “potenti” (totipotenti) sono quelle embrionali, in grado quindi di replicare non solo le linee cellulari del sangue, ma anche dei tessuti, delle ossa e della cartilagine. Questo perché esse vengono prelevate direttamente dall’embrione e hanno una capacità di differenziarsi, ossia di replicare i diversi lignaggi cellulari, pressoché infinita.

Per quanto si tratti di un avanzamento gigantesco per la medicina moderna, l’estrazione di staminali embrionali è legata anche a numerosi dibattiti, dal momento che in seguito all’estrazione delle cellule il feto viene distrutto. Infatti, questo tipo di prelievo di staminali è vietato in paesi come l’Italia. Le cellule staminali ricavate dal sangue e dal tessuto cordonale, sono invece delle cellule adulte e pluripotenti.

Il sangue cordonale è una fonte di cellule ematopoietiche, in grado di trattare patologie ematologiche (del sangue):

  • anemia;
  • talassemia;
  • emofilia;
  • leucemie e linfomi;
  • disordini mielodisplastici;
  • disordini congeniti del sistema immunitario;
  • errori congeniti del metabolismo;
  • malattie rare ereditarie del sangue, che potrebbero coinvolgere le piastrine, le emofilie e leucopenie;

ed altre diverse patologie come:

  • paralisi cerebrale infantile;
  • diabete di tipo I;
  • favismo;

La gelatina di Wharton invece è una fonte di cellule staminali mesenchimali. A differenza delle cellule ematopoietiche che possono essere impiegate per la rigenerazione delle cellule del sangue, quelle mesenchimali possono trasformarsi in altri tipi cellulari, come:

  • tessuto nervoso;
  • tessuto osseo;
  • tessuto muscolare;
  • cartilagine;
  • cellule cardiache.

Il trapianto congiunto di cellule ematopoietiche e cellule mesenchimali ha una probabilità di rigetto nulla, se si tratta di un intervento autologo, ossia un trapianto sullo stesso individuo da cui sono state prelevate le cellule.

Anche nel caso di un trapianto allogenico intra-familiare, ossia quando l’intervento viene eseguito con cellule staminali prelevate da qualcuno all’interno della propria cerchia familiare, la probabilità di compatibilità è molto alta, a differenza di un trapianto da un donatore volontario “sconosciuto”.

C’è più di una ragione per cui abbiamo deciso di concentrarci sulle cellule staminali ricavate dal sangue e dal tessuto cordonale. Prima di tutto il prelievo di tali cellule non prevede nessun rischio né per il nascituro né per la madre. Il kit che viene fornito dalle banche di conservazione alla famiglia dev’essere dato al personale medico, che subito dopo il parto provvederà all’estrazione del contenuto organico. In secondo luogo, il cordone ombelicale che fino a qualche decennio fa veniva considerato appunto un organo “monouso”, che perdeva le sue funzionalità in seguito al parto, si è rivelato invece una vera e propria risorsa che può essere impiegata in futuro.

Il prelievo, la conservazione e l’eventuale utilizzo delle staminali del cordone ombelicale non comportano problemi etici, come può accadere per quelle ricavate dall’embrione. Un organo come il cordone ombelicale che verrà comunque gettato via dopo il lieto evento, ha un’elevata concentrazione di staminali che potrebbero fare la differenza in futuro.

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